Chiese e Palazzi

Al centro del paese di Sorbo Serpico, piccolo centro dell’Irpinia di meno di mille abitanti, sorge la Chiesa Parrocchiale “Santissimi Nomi di Gesù e Maria”, oggi più nota come Chiesa di “S.Maria della Neve”. Sito a pochi chilometri di distanza da Avellino, a cui è collegato dalla Via Appia, Sorbo trae con molta probabilità origine dal borgo di Serpico, quest’ultimo così chiamato per l’esistenza di un antico tempio dedicato a Serapide . E’ infatti documentata una progressiva migrazione della popolazione del borgo, di cui sono ancora visibili i ruderi, verso valle, migrazione i cui primi segni sono riconducibili a partire dalla fine del secolo XIV° e che culminò con la distruzione del Castel Serpico. Non sono state tramandate molte notizie storiche sulla Chiesa di S.Maria del la Neve,le cui origini possono però farsi risalire agli inizi del XVII° secolo. Unica data di cui si e rintracciato documento certo è quella che fa riferimento alla presa di possesso della Chiesa Matrice parrocchiale da parte di tale arciprete Giuseppe Titomanlio, evento datato 1 gennaio 1626. E’ comunque facile immaginare quale sia stato il destino che nel corso dei secoli ha vissuto la Chiesa, destino molto simile a quello di tanti altri monumenti, fatto di momenti gloriosi ,testimoniati nel nostro caso dal bell’altare ligneo attribuito al Fanzago (1591—1678), dai notevoli affreschi di Francesco Solimena (1657—1747) o dalle statue policrome del 700 e dell’800; ma fatto anche di momenti difficili, come i vari eventi sismici che hanno segnato nei secoli le strutture o i non meno dannosi attacchi dell’uomo, responsabile di deprecabili saccheggi ed imperdonabili manipolazioni. Oggi, finalmente, si provvede a quella che è, negli intenti di tutti coloro che ne sono coinvolti, un’opera di recupero statico e funzionale che dovrà riconferire alla Chiesa di Sorbo Serpico la sua antica dignità ed il suo im prescindibile ruolo sociale. La chiesa del tipo a pianta centrale è costituita da un corpo principale ad unica navata e da un corpo annesso distribuito su due livelli, adibito ad uffici parrocchiali ed a Congrega secondaria. In stile chiaramente barocco, la struttura, semplice e regolare, è scandita dal susseguirsi di archi e lesene, di semplice concezione, coronati da capitelli, in stile ionico. Le volute, di dimensioni abbastanza rilevanti, sono collegate da un festone di foglie d’acanto stuccate in oro. L’intero perimetro è incorniciato da modanature anch’esse dorate, che si insinuano in ogni più remoto angolo. Le finestre sono a luce rettangolare e sono incorniciate da lesene con capitelli. Il soffitto è a cassettoni ottagonali a rilievo con intarsi e decorazioni .Sulla destra si scorge un bell’altare ligneo, attribuito al Fanzago. Fiancheggiato da colonne con capitelli e lesene ingentilite da classici orpelli barocchi, è ricco di puttini e angioletti lavorati in oro. Il complesso è di pregevole eleganza. Di minor rilievo è il maestoso altare maggiore in marmo incorniciato da colonnine binate con decorazioni barocche e coronato da un arco marmoreo. Altre cappelle min ori spezzano la rigorosa linearità della pianta, mentre sulla volta nella cappella alla destra dell’altare maggiore spiccano degli affreschi del Solimena. Da una porta laterale si accede agli uffici parrocchiali ed alla sagrestia mentre alla Congrega del SS. Sacramento, situata al piano su periore del corpo aggiunto, si perviene attraverso una piccola scala esterna. La facciata, si presenta comunque nelle classiche forme barocche e richiama esplicitamente alle linearità dell’interno. Il tetto è a falde inclinate, ricoperto di tegole, ed è appoggiato su capriate in cemento armato, ovviamente di recente costruzione. Notizie tratte dall’archivio storico dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sorbo Serpico
Chiesa SS. Nomi di Gesù e Maria
campanile
campanile
vecchio campanile di sorbo
Palazzo Brancaccio Palazzo Baronale, costruito, con notevole spesa, in uno alla confinante Cappella della SS. Annunziata, ai primi del 1600, da Don Nicola Maria Brancaccio – Principe di Ruffano. L’indicato palazzo restava a fronte della pubblica piazza e si componeva dal pianterreno e di un appartamento nobile coperto da magnifico supp a lco, in cui vi stavano quattro piccole stanze per uso dei familiari. Il piano terreno comprendeva , oltre il cortile coperto e supporto e scala, e dieci membri di casa, più la cucina e il Carcere. L’appartamento nobile si componeva di 16 stanze, di un camerino e di un passetto che conduceva nell’Oratorio della Cappella della SS. Annunziata. Nell’aspetto principale del Palazzo vi stavano 6 balconi con tavoloni di pietra di int aglio e ringhiera di ferro e un grande portone di ingresso con cornice di pietra ad intaglio. Nel supporti c o a fianco la Cappella vi erano tre sottani. I medesimi, di diversa grandezza, posti l’uno dopo l’altro consecutivamente, erano col pavimento di nuda terra e coperti da solarini sostenuti da travi. Gli stessi, perché umidi, potevano servire solo per conservare animali. Dietro la piazza vi era un locale in cui stava la macchina p er macinio e fattura dell’olio. Vi era poi, sempre verso la piazza, un loca le a due ali che conteneva il forno feudale, capace di cuocere un tomolo e mezzo di pane. Detto complesso di fabbricati fu ceduto dai Signori Brancaccio, Principe di Ruffano, al Signor Alessandro Maria Scarpa–Senore–nel 1769. Costui fece testamento in pro dei tre figli maschi, Francesco Sacerdote, Gregorio Professore di cagionevole salute, e Giuseppe anche Dottore– col diritto di reciproca sostituzione in caso di premorienza. Alle due figlie, Angela ed Antonia, lasciò ducati 2.000 per ciascuna, oltre un prezioso corredo. Il figlio Giuseppe Scarpa, passando in matrimonio ereditò le porzioni dei beni, dagli altri fratelli, Francesco e Gregorio. Da Giuseppe nacque Alessandro Maria Scarpa, juniore, da cui gli unici 4 figli, Gregorio, Girolamo, Carlo ed Antonio ereditarono, tra l’altro, anche l’intero complesso del Palazzo Baronale di Sorbo– e se lo divisero in 4 parti eguali (Divisione Atto Architetto Curcio). Nacquero così le modifiche e le ripartizioni attuali dello intero stabile. Notizie tratte dall’Archivio storico dell’Ufficio Tecnico del Comune di Sorbo Serpico.
stemma palazzo brancaccio
palazzo titomanlio
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